Adolescenza e Covid-19: il languishing
Autore: Valerio Giannitelli (Redazione PsyEventi)
Prima ondata, seconda ondata, terza ondata… Zona gialla, zona arancione, zona rossa per poi ritornare in quella gialla… Didattica in presenza, poi di nuovo a distanza (la famosa DAD che sentiamo quotidianamente pronunciare al telegiornale delle 13), per poi tornare in presenza, se non fosse che almeno una volta al mese si presenta un caso positivo di Covid-19 nella scuola, indi per cui si torna nuovamente a distanza per almeno 10 giorni.Queste sono solamente alcune delle “nuove” sfaccettature che, ormai da un anno a questa parte, accompagnano la quotidianità degli adolescenti, impedendo la classica routine fatta di studio, uscite con gli amici, uscite con la fidanzata, incontri gruppali per preparare la verifica di fine quadrimestre.
Tutto ciò è stato progressivamente sostituito da un nuovo modo di vivere la propria quotidianità, non più caratterizzata, come direbbe un adolescente, dalla solita, stancante, “noiosa” routine, bensì da una modalità connotata dalla cosiddetta “virtualità”: lezione a distanza, incontri di gruppo a distanza, “uscite” a distanza. Sempre, costantemente, “a distanza”.
Un nuovo modo di passare le giornate, di vivere la propria quotidianità, immersi prevalentemente nella nuova realtà, la realtà “virtuale”, fatta di schermi, microfoni, videocamere attive o spente, hashtag, post, storie…
Come incide tutto ciò sul benessere psicofisico dell’adolescente?
Il New York Times ha definito un nuovo tipo di emozione per tutto il 2021: il cosiddetto “languishing”, considerato non come la presenza di una depressione, bensì l’assenza di gioia, di uno scopo, un senso di stagnazione, di vuoto che impedisce all’adolescente di sperimentare emozioni gradevoli, funzionali alla costruzione di un nuovo progetto (qualsiasi esso sia), al raggiungimento di uno scopo.
L’assenza di un progetto, di un obiettivo può allo stesso tempo scaturire nella tendenza ad isolarsi sempre di più, fino al rischio di poter realmente sviluppare stati d’ansia e depressivi intensi.
I dati attuali, infatti, non sono incoraggianti, come mostrato dal Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (DORS), il quale ha osservato come nella città di Torino ci sia stata una crescita esponenziale dei tentativi di suicidio e suicidio compiuti da minori rientranti nella fascia dai 10 ai 17 anni. Questo andamento sembrerebbe essere caratterizzato dal periodo di isolamento forzato, nonché dalla sempre maggiore pressione psicologica che questi ragazzi vivono quotidianamente e che, inevitabilmente, sfocia nell’esperimento di maggiori stati d’ansia e di depressione.
Quali caratteristiche può esprimere un ragazzo che sta vivendo un periodo di forte ansia e stress?
Sicuramente il periodo attuale non può che destabilizzare, in maniera più o meno intensa, ciascun adolescente; la differenza è però osservabile nelle modalità emotive e comportamentali con cui ciascun ragazzo si approccia a questa nuova realtà, manifestando, ad esempio, i seguenti atteggiamenti:
- Eccessiva introversione;
- Tendenza a isolarsi dal resto della famiglia per la maggior parte del tempo;
- Eccessiva preoccupazione per la maggior parte della giornata;
- Pessimismo costante riguardo la situazione attuale;
- Irritabilità e spossatezza;
- Facile stancabilità.
Questi possono essere, pertanto, dei segnali utili per comprendere quando considerare un comportamento adolescenziale “tipico” e quando, invece, approfondire, magari insieme al ragazzo, quanto sta vivendo e sperimentando.
In questi casi può essere altrettanto utile per il professionista seguire alcune strategie per psicologi e operatori della salute mentale al fine di proteggere e sostenere il benessere psicologico degli adolescenti e prendersi cura di sé, quali:
- Riconoscere che la propria ansia è del tutto normale, essendo una risposta fisiologica del proprio organismo a situazioni sperimentate e percepite come minacciose, come quella attuale. È importante, in questo caso, affidarsi a fonte informative affidabili e comunicare alla propria famiglia il proprio stato d’animo.
- Crearsi delle distrazioni: trovare degli hobby, organizzare una nuova routine giornaliera e fare delle attività che permettono al ragazzo di alleggerire il proprio senso di frustrazione e il proprio arousal fisiologico.
- Trovare il giusto equilibrio tra le cose: passare il tempo sui social network, giocare ai videogame, fare delle videochiamate, sono tutte attività che possono sostenere l’adolescente, facendolo sentire meno isolato dall’ambiente esterno. Anche in questo caso è però utile riuscire a trovare il cosiddetto “giusto mezzo”, al fine di evitare un eccesso che potrebbe risultare, nel lungo termine, controproducente per il benessere psicofisico del ragazzo.
- Praticare tecniche di rilassamento: seguire ed effettuare dei corsi di rilassamento (come ad esempio la Mindfulness) per sperimentare maggiormente le proprie sensazioni, il proprio stato d’animo e trovare delle modalità alternative efficaci di gestione delle proprie emozioni.
- Ascoltarsi e prendersi cura di sé: prestare attenzione alle proprie emozioni, accoglierle e condividerle con la propria famiglia e/o con il proprio psicologo al fine di elaborarle insieme, trovando congiuntamente delle modalità efficaci di regolazione ed espressione emotiva.
- Praticare l’esperienza del “flow”: allenarsi a concentrarsi e a indirizzare la totalità delle proprie energie cognitive e fisiche verso qualcosa di appagante (dall’allenamento pomeridiano alle serie TV) permette di sperimentare uno stato di assoluta serenità e soddisfazione, evitando al contempo di “cadere” nel vortice della solitudine e dell’assenza di progetti e scopi del languishing, né in quello depressivo o ansioso.
Queste sono solamente alcune possibili strategie attraverso cui lo psicologo può sostenere e supportare il ragazzo adolescente che sta vivendo in maniera sgradevolmente intensa determinate emozioni, connesse alla pandemia da Covid-19.
Risulta fondamentale sostenere questi ragazzi e le loro famiglie in questo periodo particolare approcciandosi a loro in un’ottica terapeutica più ampia, supportandoli nell’adozione di adeguate strategie psicoeducative, finalizzate all’ottenimento di un maggiore adattamento e, conseguentemente, ad un minore incremento delle emozioni sgradevoli sperimentate.
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SITOGRAFIA
https://www.dors.it/page.php?idarticolo=3517
https://www.huffingtonpost.it/entry/non-depressi-ma-privi-di-gioia-lemozione-del-2021-e-il-languishing_it_6082c524e4b0e7cb020e80eb