Attaccamento adulto e perdono nella relazione di coppia
Autore: Valerio Giannitelli (Redazione PsyEventi)
La capacità di perdonare l’offesa subìta da un’altra persona è un processo che può essere lungo e complesso, difficilmente immediato ed a breve termine. Nello specifico, quando l’atto offensivo viene subìto dal rispettivo partner all’interno di una relazione sentimentale, perdonare può risultare ancora più complicato.Ma cosa porta una persona a perdonare o meno un’offesa subìta dal rispettivo partner?
Worthington (2001) definisce il perdono come una “sostituzione emotiva” di specifiche emozioni sgradevoli, quali la rabbia o la tristezza, in favore di altre emozioni positive, quali l’empatia e l’amore disinteressato. Il concetto di “perdono” secondo l’autore non implica quindi una cancellazione o una modificazione della natura della trasgressione, bensì modifica l’affetto emotivo che è connesso alla stessa (ibidem). La capacità di perdonare o meno un’offesa subìta dal proprio partner sembra quindi strettamente correlata alla sua capacità di sostituire emozioni sgradevoli con altre emozioni positive.
Essere in grado di perdonare una trasgressione richiede, inoltre, una significativa capacità di autoregolazione, inibendo il proprio desiderio di rivalsa nei confronti del proprio partner, e di collaborazione, al fine di avere una reazione costruttiva (McCollough, 2000). Inoltre, risulta altrettanto importante comprendere i bisogni e le motivazioni che hanno portato l’altro a trasgredire nei propri confronti (Fincham, 2000; McCullough, 2000). Accettare che il proprio partner non sia esclusivamente responsabile delle proprie azioni e cercare di comprendere le sue motivazioni a riguardo potrebbe sostenere colui che è stato offeso a riconoscersi le rispettive responsabilità e ad essere maggiormente disponibile ad un confronto reciprocamente costruttivo all’interno della coppia.
Alcune ricerche (Day et al., 2008) hanno, inoltre, osservato come la capacità di perdonare incrementi il benessere psicologico dell’individuo, attraverso un aumento della propria autostima (ibidem) e una diminuzione di disturbi depressivi e d’ansia (Al-Mabuk et al., 1995).
Altri studiosi (Strelan et al., 2017) hanno mostrato, invece, come la vicinanza tra i partner e l’intimità relazionale presenti prima della trasgressione siano i maggiori predittori della capacità di perdonare un’offesa.
A tal riguardo, è stato osservato e confermato (Luchies et al., 2013) come il livello di fiducia presente nella relazione di coppia prima dell’offesa predica significativamente l’esito della risposta alla trasgressione. Le ricerche menzionate permettono di comprendere ulteriormente l’importanza della componente affettiva all’interno di una relazione sentimentale, significativa per giungere ad un perdono responsabile, cosciente ed autentico. Tale componente potrebbe indurre il soggetto offeso a ricercare le cause della trasgressione anche in sè, senza limitarsi ad osservare i limiti dell’altro.
Quale legame, quindi, fra la capacità di perdonare e l’attaccamento adulto?
La capacità di perdonare un’offesa risulterebbe quindi influenzata dal pattern di attaccamento adulto di ciascun partner (per un approfondimento si rimanda al mio articolo sull’attaccamento adulto nella relazione di coppia); una ricerca (Giannitelli, 2018) effettuata su un campione di 77 coppie di giovani adulti (154 soggetti) ha osservato come, generalmente, le persone con uno stile di attaccamento evitante/distanziante ed evitante/timoroso tendano, rispetto ai partecipanti con attaccamento ansioso/preoccupato e sicuri, ad essere meno benevoli e pertanto ad avere maggiori difficoltà a perdonare le trasgressioni del proprio compagno/a.
Tale risultato, come mostrato dalla classificazione di Bartholomew e Horowitz (1991), sembra essere spiegato dalla tendenza delle partner con attaccamento evitante a sviluppare un modello degli altri negativo e, pertanto, ad assumere atteggiamenti poco conciliatori e considerevoli dei bisogni dell’altro; una eventuale trasgressione potrebbe ulteriormente confermare le aspettative nel soggetto evitante secondo cui l’altro non può essere considerato come affidabile.
Inoltre, una partner evitante potrebbe ulteriormente decidere di non affrontare la problematica emersa pur di non entrare in intimità con il rispettivo compagno; in questo caso, infatti, la decisione di non perdonare una trasgressione consentirebbe al soggetto evitante di non considerare i bisogni dell’altro membro della coppia, né di entrare in intimità con quest’ultimo.
Domandarsi che tipo di stile di attaccamento si abbia e porsi nella condizione di migliorarsi richiedendo il sostegno di un professionista qualificato può essere la chiave di svolta per una relazione di coppia autentica, duratura e connotata dal reciproco rispetto.
Per un approfondimento, si rimanda alla bibliografia in calce (pdf).