Disgrafia: cosa è e come riconoscerla
Autore: Valerio Giannitelli
Sempre di più, ormai, si sente parlare di "disgrafia"; nelle scuole, al colloquio con gli insegnanti... addirittura al parco, quando i genitori si confrontano sulle prestazioni scolastiche dei loro figli. Spesso, infatti, si sente parlare di "tratto disgrafico", "quaderno disordinato", "lettura illeggibile"; magari, si giunge anche a sentire un genitore lamentarsi del fatto che il proprio figlio non si impegna abbastanza, proprio perché disordinato.Ma, in tutto questo, cosa è e cosa centra esattamente la disgrafia?
Una risposta a questa domanda richiede di giungere, in primis, alla consapevolezza che un bambino "disordinato" in quanto disgrafico non lo è né perché si impegna poco, né perché è disinteressato a ciò che fa; paradossalmente, il disinteresse verso la scuola di un bambino, di un figlio disgrafico può essere la conseguenza di una bassa autostima e senso di autoefficacia, nonché di un atteggiamento genitoriale, scolastico, poco attento alle sue esigenze e alle sue effettive difficoltà. Ci si chiede mai realmente perché "quel bambino" è così "disordinato"?
Per giungere al dunque, è possibile definire la "disgrafia" come un deficit specifico delle componenti motorie della scrittura, che coinvolge il controllo degli aspetti grafici, formali della scrittura manuale ed è collegato al momento motorio-esecutivo della prestazione.
Osservare un bambino scrivere permette, ancor prima di procedere con una valutazione testistica adeguata, di avere un'idea globale sulla sua scrittura e di dedurre l'effettiva necessità di un approfondimento.
Ma come si rileva un tratto disgrafico?
Un tratto disgrafico si può rilevare attraverso l'osservazione di vari parametri:
- Leggibilità, o qualità: possibilità, da parte dello scrivente o di un altro lettore, di comprendere e codificare correttamente e senza sforzo l'elaborato. Quest'ultima viene valutata analizzando le forme e le dimensioni della scrittura e la sua disposizione nello spazio del foglio (ad es. capacità di rispettare o meno i margini laterali).
- Fluenza: intesa come velocità di produzione scritta ed è misurabile in numero di lettere per unità di tempo. La fluenza può essere valutata osservando il bambino scrivere e attraverso specifici esercizi, ma è sempre consigliato un approfondimento da parte di un professionista che somministri prove adeguate finalizzate ad analizzare la velocità delle prassie della scrittura.
In un tratto disgrafico si possono, quindi, osservare:
- movimenti di formazione delle lettere incongruenti rispetto alla direzione della scrittura sul foglio;
- presenza di tremori;
- collegamenti poco fluenti tra le lettere nel corsivo;
- uso incostante dell'allografo (alternanze nell'uso di maiuscolo, minuscolo, corsivo e script);
- irregolarità nella dimensione delle lettere;
- orientamento scorretto delle singole lettere all'interno della parola (inclinazioni irregolari);
- spazi eccessivi o troppo ridotti.
Ma... in questi casi si parla sempre di disgrafia?
Un grave errore che si può commettere è quello di incorrere in falsi negativi o falsi positivi, ovvero di ritenere un bambino con disgrafia non tale o, al contrario, nel considerare un bambino realmente disgrafico come, appunto, solamente "disordinato".
Di conseguenza, diviene importante conoscere gli altri aspetti della scrittura e soprattutto eventuali diagnosi differenziali con altri disturbi, quali:
- Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD): un bambino con questo disturbo potrebbe avere un tratto disgrafico non esclusivamente perché tale, ma come conseguenza delle sue condotte iperattive che, inevitabilmente, si ripercuotono sui pattern grafo-motori;
- Disturbo di Coordinazione Motoria (DCD): un bambino con DCD potrebbe avere un tratto disgrafico conseguente a problematiche non esclusivamente fino-motorie, ma grosso-motorie (difficoltà nella coordinazione motoria);
- Disturbo Non Verbale dell'apprendimento: un bambino con questo disturbo tende a prediligere unicamente il canale di tipo verbale mostrando, al contrario, significative difficoltà visuo-spaziali e motorie, con una inevitabile ripercussione sul gesto grafico.
Come è possibile osservare, la disgrafia è un disturbo che va considerato con estrema attenzione, sostenendo il bambino attraverso l'effettuazione di opportune valutazioni, permettendogli di usufruire delle adeguate misure dispensative e compensative previste per legge (270/2010), sia attraverso la rieducazione del proprio tratto grafico.
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BIBLIOGRAFIA:
Russo, M. R., Tucci, R., Cornoldi, C., Tressoldi, P., Vio, C., Bilancia, G. et al. (s/d). Criteri per la diagnosi di disgrafia: una proposta del gruppo di lavoro AIRIPA. Retrieved from: clicca qui