Fuga dalla Realtà: Una Riflessione sul Daydreaming Maladattivo

Autore: Andrea Salonia (Team PsyEventi)

Fuga dalla Realtà: Una Riflessione sul Daydreaming Maladattivo L’attività del daydreaming, il sogno ad occhi aperti, accompagna l’umanità per migliaia di anni. Fin dai tempi antichi, passando attraverso le ere, i filosofi e gli scrittori hanno considerato i sogni e le fantasie parte integrante dell’esperienza umana.

Sembra che i primi accenni al fenomeno siano presenti nelle opere dei poeti e dei filosofi greci dell’antichità: per gli antichi greci, un sogno era un riflesso dei desideri ei desideri di una persona. Col tempo, la nostra comprensione del daydreaming è cambiata notevolmente. In epoca moderna, gli psicologi hanno esaminato più attentamente la relazione tra influsso della fantasia sul comportamento umano e sulla salute mentale.

L'adattamento malato per daydreaming, identificato come fenomeno psicologico rilevante solo relativamente di recente dal professor Eli Somer, ha trasformato il daydreaming da un passatempo innocuo a una problematica significativa. Nel contesto psicologico, il daydreaming maladattivo è associato a diversi problemi. Relazionale: le persone coinvolte in daydreaming eccessivo sembrano distaccate nelle dinamiche relazionali. Di conseguenza, evitano il contatto, spingendosi sempre più verso la conversazione nella propria mente.

Questo porta a un isolamento sociale progressivo, in cui l’individuo entra nel proprio monologo interno, negando relazioni reali nello spazio e nel tempo. La fuga dalla realtà può isolare completamente la persona, creando un distacco dalla realtà. Anche le attività ne risentono; durante il daydreaming maladattivo, la capacità di concentrarsi e quindi le prestazioni sono ridotte. Questa incapacità di concentrarsi riduce il rendimento e aumenta le probabilità di procrastinare. Il declino delle prestazioni è accompagnato da frustrazione e insoddisfazione, poiché le fantasie prendono il sopravvento e le responsabilità quotidiane vengono dimenticate.

Il maladaptive daydreaming viene segnalato più frequentemente tra gli adolescenti e i giovani adulti, con una tipica insorgenza tra gli 11 ei 16 anni. Durante l’adolescenza, le persone affrontano numerosi cambiamenti emotivi e sociali, che possono sforzare un individuo a scappare attraverso fantasie elaborate. Questo fenomeno continua a verificarsi comunemente tra i giovani adulti, con un picco di incidenza tra i 18 ei 30 anni – durante questo periodo di tempo, i giovani adulti si innamorano, cercano un lavoro e affrontano sfide come la vita al di fuori del college, che può intensificare il desiderio di distrazione tramite i sogni. Anche se i sogni a occhi aperti possono persistere nella vita adulta, molte persone segnalano una diminuzione della frequenza e dell’intensità dei sogni ad occhi aperti man mano che invecchiano. Poiché le persone invecchiano, assumono più responsabilità familiari e lavorative e possono adottare routine più strutturate, i sogni maladattivi diminuiscono.

Sebbene non esistano statistiche definitive sulla prevalenza del maladaptive daydreaming, la ricerca preliminare suggerisce che molti possono sperimentare questo comportamento maladattivo, spesso senza rendersene conto.

Per aiutare le persone a gestire questa condizione, Eli Somer ha sviluppato The Online Maladaptive Daydreaming Treatment Program, una terapia online che offre strumenti pratici per ridurre l’impatto negativo del daydreaming maladattivo e migliorare il benessere complessivo. Questo programma terapeutico si basa principalmente su tecniche di terapia cognitivo-comportamentale (CBT), con l'obiettivo di aiutare i partecipanti a riconoscere e gestire i loro episodi di daydreaming disfunzionale
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BIBLIOGRAFIA
- Somer, E. (2002). "Maladaptive Daydreaming: A Qualitative Inquiry." Journal of Contemporary Psychotherapy
- Bigelsen, J., Lehrfeld, J., Jopp, D. S., & Somer, E. (2016). "Maladaptive daydreaming: Evidence for an under-researched mental health disorder." Consciousness and Cognition,
 

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