La Psicologia incontra lo Sport
Autore: Antonio Morizzi
LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLO SPORT PER LO SVILUPPO E PER LA PACELa giornata Internazionale dello Sport per lo sviluppo e la pace è una celebrazione istituita nel 2013 dall’Assemblea Nazionale delle Nazioni Unite. Il 6 aprile rappresenta una data significativa per tutto il mondo sportivo. Nell’ormai lontano 1896, proprio il 6 aprile, venivano inaugurate le prime Olimpiadi dell’era moderna ad Atene. Questa giornata, oltre che una data di celebrazioni a cui partecipa il mondo intero, si propone di diffondere un messaggio molto chiaro e importante: l’attività sportiva deve essere veicolo di pace e sviluppo a 360°. Oltre a incentivare la salute fisica, infatti, rappresenta il mezzo più potente per combattere le discriminazioni e favorire la parità tra tutti i paesi del mondo. Il 6 Aprile, dunque, lo Sport è l’abbraccio che avvicina e scalda il mondo intero.
LA MENTE INCONTRA LO SPORT
Tra psicologia e sport vi è un rapporto più stretto di quanto ci si possa attendere. Molto spesso ci sarà capitato, guardando una partita, di lasciarci andare a frasi del genere “quel giocatore è bravo ma non ha testa” o “non è concentrato”. Seppur in maniera profana e poco dettagliata, queste affermazioni potrebbero aver centrato il problema, perché evidenziano un elemento fondamentale nello sport: l’equilibrio e la giusta attenzione all’allenamento fisico e mentale. La preparazione efficace ad una prestazione agonistica (ma anche amatoriale) è soprattutto il raggiungimento, da parte dell’atleta di uno stato di controllo. Il cosiddetto “fattore mentale” permette allo sportivo di incrementare e attivare questo controllo su tutti gli altri fattori connessi alla prestazione e all’allenamento. C’è un’azione di mediazione vera e propria tra i fattori biofisici, le caratteristiche della personalità e le abilità specifiche. Ma, in definitiva, cosa è un training mentale? Spinelli (2017), lo spiega come «un allenamento che utilizza gli stessi principi generali dell’allenamento atletico. Nell’allenamento atletico, gli stimoli sono i carichi di lavoro (in ultima analisi unità di lavoro motorio) che, ripetuti, provocano cambiamenti strutturali e biochimici nella fibra strutturale e nei sistemi centrali. Nel caso dell’allenamento mentale gli stimoli sono di natura diversa: quello che viene ripetuto, ai fini di sviluppare degli adattamenti nuovi, sono unità di attività cognitiva, emozionale e ideomotoria. L’obiettivo è lo sviluppo di abilità mentali specifiche per aumentare il rendimento, ovvero ottimizzare la prestazione.» (Spinelli, 2017, 211).
LA PSICOLOGIA DELLO SPORT
La figura dello psicologo dello Sport si sta ritagliando sempre più spazio all’interno delle società sportive e tra lo staff indispensabile di molti atleti a vari livelli e di tutte le età. La nascita di questa disciplina si può far corrispondere col convegno internazionale, datato 1965, organizzato a Roma dal professor Ferruccio Antonelli, che accentrò nella capitale tutti i professionisti che, nel mondo, si cimentavano nell’ambito sportivo. Tale iniziativa segna l’avvio di un filone di studio, ricerca ed intervento che oggi, ovunque, è considerato di fondamentale importanza.
L’APA definisce questa disciplina come lo studio di ogni tipo di fattore psicologico associato alla partecipazione e alla prestazione nello sport e in qualunque tipo di attività motoria. Si pone due obiettivi principali:
- Aiutare gli atleti nell’utilizzo dei principi psicologici per incrementare la performance;
- Comprendere come la pratica sportiva, l’esercizio e l’attività fisica, influenzino lo sviluppo psicologico, la salute e il benessere dell’individuo attraverso il ciclo di vita
Un presupposto fondamentale dello Psicologo dello Sport in un team o con un atleta singolo è quello di chiarificare al meglio il suo ruolo. Nel senso comune lo psicologo è colui che cura, e che quindi interviene all’emergere di un problema. Sfatiamo questo mito: lo psicologo dello Sport non cura! Nel mondo sportivo questa figura interviene per favorire il corretto funzionamento psicologico del singolo e del sistema squadra dando uguale attenzione alle dinamiche dentro e fuori dal campo, prima, durante e dopo la gara.
La psicologia dello sport non è, però, solo questo. L’atleta o la squadra sportiva non sono gli unici campi di applicazione di questa disciplina. Lo sport è innanzitutto veicolo di salute e benessere fisico, psicologico e sociale. Nell’ambito dell’età evolutiva, ad esempio,è indispensabile per:
- Favorire l’affrancamento dalle figure genitoriali
- Rinforzare le rappresentazioni di sé
- Favorire lo sviluppo di autostima e fiducia
- Aiutare un buon rapporto con il mondo esterno
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- ANTONELLI Ferruccio, & SALVINI Alessandro, (1987) Psicologia dello sport, Roma, Edilombardo.
- Definizione del concetto di Salute in http://www.salute.gov.it/
- Il ruolo dello Psicologo dello Sport in http://www.societaitalianapsicologiasport.it/
- La Giornata Mondiale dello Sport per lo sviluppo e la pace in https://www.coni.it/it/
- SPINELLI Donatella, (2017) Psicologia dello sport e del movimento umano, Bologna, Zanichelli.