La terapia di coppia
Autore: Stefano Lagona
La coppia è un sistema complesso, intriso di significati e di aspettative (sia esplicite che implicite) che ha assunto oggi nuove declinazioni in virtù di una modernità di valori che l’hanno resa un’entità liquida in grado di sorvolare sui riti di passaggio che fino agli anni ’60-’70 hanno imperato: un fidanzamento medio lungo che aveva il matrimonio come esito naturale e che trovava nella genitorialità il proprio fine ultimo.Philippe Caillè descrive egregiamente tale complessità nel libro “Uno e uno fanno tre” (Armando Editore, 2007) intendendo che non è possibile parlare della coppia senza considerare l’esistenza di quel “terzo” che accompagna la coppia fin dal suo costituirsi. Il “terzo” è ovviamente la relazione di coppia, in quanto un sistema è più della somma delle sue parti, perché deve includere anche le relazioni tra di esse. Non solo questo però: il “terzo”, così come descritto da Caillè è rappresentato dalla rappresentazione condivisa che i due partners hanno della coppia e su cui si basa il loro senso di appartenenza e su cui si istituisce il patto di coppia.
Molte coppie che richiedono un trattamento si affannano a raccontare un qui ed ora fatto di scambi comunicativi aggressivi (o, peggio, assenti) e dinamiche di potere tese a schiacciare l’altro pur di dimostrare la propria supremazia decisionale. Alla domanda “...e all’inizio della vostra relazione come eravate?” spesso i toni si ammorbidiscono, spunta qualche sorriso, la coppia si guarda. C’è allora una possibilità di recuperare quella dimensione ormai lontana. Se invece quello sguardo nostalgico è assente la situazione può essere ben più complicata se si intende la terapia di coppia unicamente come uno strumento ricostruttivo della relazione.
Questo è un punto nodale che tendenzialmente affronto con i miei pazienti già dalle prime sedute: la terapia di coppia è una terapia laica: non è tesa unicamente alla riconciliazione e ricostruzione del legame e può portare in talune situazioni alla soluzione opposta. Le alternative sono tre e non di più: trovare un modo per stare meglio insieme, trovare un modo per separarsi, trovare un modo per stare insieme nella minor sofferenza possibile.
Va detto poi che la psicoterapia di coppia può assolvere a diverse funzioni: ci sono terapie che servono a risolvere i conflitti che affliggono la coppia e creano disagi ai singoli partners, altre che vengono intraprese per separarsi e far si che quel momento così delicato non impatti troppo duramente sui figli, altre ancora quando si presentano disfunzioni sessuali. L’analisi della domanda rappresenta pertanto un momento fondamentale di una terapia di coppia: il patto terapeutico tra il terapeuta ed i partners deve essere chiaro e condiviso. Può accadere tuttavia che i partners presentino motivazioni al trattamento ed esigenze diverse e questo richiede al terapeuta di restituire ai pazienti le problematiche emerse (e quelle sommerse, ossia non dichiarate apertamente) per poi prospettare un trattamento.
In fase di valutazione è opportuno che il terapeuta faccia esplicitare ai partners alcuni punti fondamentali inerenti la coppia:
- Quali sono i punti di forza della coppia?
- Su quali competenze la coppia può fare affidamento per affrontare i compiti principali della relazione?
- Quali sono i problemi principali e come si traducono in comportamenti espliciti?
- Sessualità: vi sono, in uno o entrami i partners, elementi di insoddisfazione per la vita sessuale?
- Previsioni per il futuro: uno o entrambi hanno mai preso in considerazione l’ipotesi di una separazione oppure hanno già tentato in passato di separarsi?
- L’ambiente esterno: qual è il ruolo delle rispettive famiglie d’origine nella coppia? Come accoglierebbero le famiglie d’origine una eventuale separazione?
La chiarificazione di tali aspetti consente al terapeuta ed ai pazienti di evidenziare dinamiche di funzionamento sia interne alla coppia che relative al contesto di riferimento più allargato e di delineare il trattamento più indicato.
Le sedute di coppia hanno generalmente una frequenza quindicinale mentre la durata del trattamento segue inevitabilmente i tempi emotivi della coppia.