Lo stress lavoro correlato
Autore: Giordano Gentili
In seguito all’entrata in vigore del testo Unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro, D. Lgs. 81/2008, il rischio stress lavoro correlato è uno degli argomenti che, obbligatoriamente, deve essere affrontato all’interno di ogni azienda o ambiente di lavoro per evitare di andare in contro a sanzioni amministrative. Diventa così obbligatorio, in Italia, da parte di ogni datore di lavoro valutare e gestire tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, tenendo in considerazione anche quelli inerenti allo stress lavoro-correlato secondo i contenuti dell’Accordo europeo dell’8 ottobre 2004 (Accordo Europeo sullo stress lavoro correlato dell'8 ottobre del 2004 cit. in Magnani & Majer, 2011, p. 89), ed esplicitati nell’articolo 28 della legge sopracitata. Per valutazione dei rischi si intende l’insieme di quelle operazioni conoscitive e pratiche che devono essere attuate per prevenire una stima del rischio di esposizione a fattori di pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori, in relazioni alle mansioni svolte, come definito in precedenza dal D. Lgs. 626/94.Come si definisce?
Per poter valutare il rischio di stress connesso al lavoro è necessario introdurre una definizione in grado di far comprendere di cosa si sta parlando. Il NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health, 1999) ha definito lo stress lavoro correlato come l’insieme delle risposte psichiche e fisiche di allarme che occorrono quando le richieste da parte del lavoro non corrispondono alle capacità, alle risorse o alle necessità del lavoratore. Un'altra definizione è quella fornita dall’Accordo Europeo sullo stress lavoro correlato dell’8 ottobre del 2004 (Accordo Europeo sullo stress lavoro correlato dell'8 ottobre del 2004 cit. in Magnani & Majer, 2011, p. 89), lo stress è "una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte su di loro". Da tali definizioni si può cogliere il punto chiave di tale disagio, ovvero il gap che si viene a creare tra le richieste dell’ambiente lavorativo e le capacità del lavoratore, in questo caso si avrà un aumento dello stress sia fisico che psicologico con possibili conseguenze di breve o lunga durata poiché la persona non sarà in grado di rispondere adeguatamente alle domande che gli si presentano.
Ma da cosa è originato lo stress lavoro correlato?
Secondo la teoria di Karasek (1979, pp. 285-306.), definita come modello Domanda-Controllo, lo stress lavoro correlato può essere spiegato attraverso l’utilizzo di due dimensioni: la job demand, ovvero le richieste di lavoro e la job control, ossia la capacità decisionale del lavoratore. L’interazione delle due dimensioni di questo modello ha come risultato la job strain, vale a dire lo sforzo lavorativo. L’influenza reciproca tra Domanda e Controllo, ha come risultato quattro dimensioni:
- High Strain: costituita da un livello molto alto di job demand e con un basso job control, una situazione perfetta per dar vita ad una patologia come lo stress lavoro-correlato.
- Active: caratterizzata da un livello alto di domanda e un corrispettivo livello di potere decisionale, condizione ottimale per il lavoratore che è in grado di esprimere le proprie potenzialità.
- Low Strain: contraddistinta da alta libertà decisionale e bassa domanda, contesto favorevole per il lavoratore ma indica una scarsa efficacia organizzativa.
- Passive: entrambe le dimensioni hanno un basso livello, uno stato di lavoro che non incentiva l’apprendimento né lo sviluppo delle proprie abilità, a lungo andare aumenta l’insoddisfazione circa il proprio lavoro.
Lo stress lavorativo ha conseguenze?
Purtroppo la risposta è sì, possono esser sia fisici che psicologici. Tra quelle fisiche ci sono problematiche in diversi apparati dell’organismo tra cui:
- Apparato cardiovascolare: molte patologie cardiovascolari sono causate da molteplici fattori, quali per esempio la genetica, ma sicuramente un’esposizione prolungata allo stress è uno di questi, infatti la correlazione che viene fatta è conseguente a ciò che esso produce. Lo stress provoca un aumento dei livelli di cortisolo (chiamato anche “l’ormone dello stress”), un aumento dell’ipertensione fisica e un incremento della coagulabilità.
- Apparato gastrointestinale: le principali ripercussioni su quest’apparato sono: l’aumento del reflusso gastroesofageo, dovuto all’attivazione costante del sistema neurovegetativo, l’ulcera peptica, che porta ad un’emorragia e necrosi della parete gastrica e patologie infiammatorie croniche intestinali di solito su base autoimmune, peggiorate dal malfunzionamento delle difese immunitarie.
- Apparato cutaneo: la comparsa di alopecia areata, dermatite atopica, orticaria e psoriasi sono tutte patologie dermatologiche che hanno un collegamento diretto con una presenza costante di eventi stressanti.
- Apparato muscoloscheletrico: a causa di una contrazione dei muscoli prolungata, dovuti allo stato di tensione e ansia generati dallo stress, può provocare alcuni disturbi spesso molto dolorosi. Cervicalgie, cefalee, dorsalgie e lombalgie sono le più gravi conseguenze su questo apparato.
- Apparato neuroimmunologico: esiste una stretta correlazione tra la presenza di un evento stressante e la diminuzione delle difese immunitarie, a causa di una riduzione di cellule ematiche linfocitarie, come per esempio le denominate natural killers che contribuiscono alla difesa verso tumori o infezioni. Inoltre un livello più basso del normale del sistema immunitario è dovuto a situazioni quali: insicurezza del posto di lavoro, mobbing, turni notturni o/e troppe ore prolungate di lavoro (Cesana, Albini, Bagnara, Benedetti, Bergamaschi & Camerino, 2006 cit. in Magnani & Majer, 2011, p. 93) Oltre a ripercussioni a livello fisico, lo stress lavoro- correlato ha gravi conseguenze psicologiche sul lavoratore, in particolare alcuni cambiamenti comportamentali come: “ridotta socialità, irrequietezza, mancanza di appetito, comportamenti antisociali, bassa produttività, suscettibilità agli incidenti, guida spericolata, scelta frequente di portarsi il lavoro a casa, incapacità di rilassarsi, incapacità di staccare dal lavoro, scarsa cura di sé, ricorso alle bugie per coprire gli errori, ridotto desiderio sessuale, assenze frequenti.” (Magnani & Majer, 2011, p. 94).
Oltre a dei cambiamenti comportamentali la troppa attivazione dovuta al lavoro produce anche cambiamenti emotivi quali: “senso di tristezza o depressione, ansia o insicurezza, rabbia o irritabilità, perdita di entusiasmo, senso di alienazione, perdita di significato delle cose, nervosismo, volubilità emotiva, suscettibilità alle critiche, sospettosità, esaurimento, perdita di fiducia e autostima, ridotta soddisfazione nella vita, ridotta motivazione, insoddisfazione lavorativa” (ibidem).
In alcuni casi, se non si interviene in tempo, i disturbi iniziali, che potrebbero essere più o meno rilevanti, potrebbero trasformarsi in patologie diagnosticate dal DSM 5, come ad esempio la reazione acuta da stress e il Disturbo o Sindrome Post-Traumatico da Stress.
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Fonti
1. Majer, V., & Magnani, M. (2011). Rischio stress lavoro-correlato. 1st ed. Milano: Raffaello Cortina.
2. Niosh (1999). Stress at work. Us National institute for Occupational Safety and Health, Publication Number 99-101.
3. Karasek, R. (1979). “Job demands, job decision latitude and mental strain: implications for job redesign”. In Administrative Science Quarterly, 24.
4. American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: Dsm-5. Arlington: Amer Psychiatric Pub Incorporated.