Alla ricerca del padre in famiglia e in terapia
18/11/2016 dalle 09:00 al 19/11/2016 alle 13:30
Dopo più di quindici anni vogliamo riflettere ancora sul senso della paternità, che non può non partire dal tema del maschile, il cui codice fino a metà del secolo scorso ha operato seguendo una serie di regole rigide che equiparavano la mascolinità con lo stoicismo, il silenzio e la forza, come ben descritto nel recente volume di Robert Garfield (Breaking the Male Code, Gotham Books).
Oggi c’è bisogno che l’uomo e di conseguenza il padre possa integrare tratti tradizionali della mascolinità con abilità nuove di intimità e di comunicazione dei propri bisogni con altri uomini, così da formare legami affettivi solidi e uscire dalla sua condizione di isolamento e di depressione, mascherata dietro lo scudo del lavoro e dell’attivismo. Tutto questo gli permetterà di poter mostrare senza imbarazzo le proprie fragilità e di riscoprire un sé più autentico nel rapporto coniugale e in quello ancor più cruciale con i figli.
Di vecchi e nuovi padri, di padri materni, di padri violenti, di padri gay, di padri marginali, di padri separati e di nuova condivisione dei figli si parlerà in questo convegno, avendo ben presente che per tutti gli studiosi che presenteranno, il padre è considerato una risorsa fondamentale nella famiglia e nella società, al di là di pregiudizi e di mistificazioni ancora fortemente presenti anche nei contesti di cura e all’interno della psicoterapia, inclusa quella familiare.
Di fronte ai problemi crescenti di bambini e adolescenti, così come di disgregazioni familiari precoci, non si può trascurare l’importanza di ingaggiare i padri in terapia. Tenerli fuori dal contesto terapeutico, vuoi per “dimenticanza” o perché considerati assenti o cattivi, è un grande limite di una psicoterapia che preferisce restare sul piano del minimo disponibile (la terapia con le sole madri o ancor peggio con i soli figli) piuttosto che ingaggiare tutti gli attori della scena familiare.