La dimensione umana del morire e il sostegno alla famiglia

Il titolo che abbiamo dato a questo convegno di studio dell'Accademia ha un duplice significato: una prima riflessione si riferisce alla dimensione umana del morire, totalmente assente nelle forme violente e aberranti di morte, dalle forme macabre del femminicidio a quelle crudeli e largamente trascurate di chi perde la vita sull'asfalto di una strada. Il secondo tema, invece, riguarda i modi in cui sostenere famiglie distrutte da lutti improvvisi e drammatici.

Metteremo a fuoco altri aspetti del fin di vita, quelli legati a malattie tumorali o cerebro-lesioni, dove si pone il dovere di assistere in modo dignitoso il morente all'interno dell'affetto dei suoi familiari e questi ultimi ad accettare lutto e sofferenza come una sfida dell'esistenza per ricercare insieme un nuovo senso da dare alla vita.

Tratteremo le sfumature etiche legate alla libertà individuale nelle scelte finali dell'esistere e soprattutto l'esigenza di far entrare “l'Umanesimo come forma di cura” nel bagaglio di oncologi, chirurghi, psichiatri nonché negli interventi di sostegno familiare e sociale di psicologi e assistenti sociali. Infine tratteremo di una problematica sempre più inquietante e drammatica: quella degli adolescenti che tentano il suicidio, vera cartina di tornasole per interrogarci su distanze affettive, contrasti familiari, sordità intergenerazionale e istituzionale, spesso complici dei crescenti atti autolesionistici di ragazzi, sempre più fragili e smarriti di fronte alle sfide della vita.