Condotte devianti e crimine
01/07/2017 dalle 09:00 alle 18:00 22/06/2017 18:00
Tra i comportamenti a rischio possiamo distinguere; l’ uso di sostanze psicoattive (alcolici e droghe), le condotte devianti (aggressione, furto e vandalismo, guida pericolosa ed altre condotte rischiose come ad esempio gli sport estremi), il comportamento sessuale precoce, l’alimentazione scorretta (anoressia, bulimia..), l’uso di internet e dei social network.
Tutti questi comportamenti possono sfociare nel crimine allorquando il limite fra significato individuale dato all’atto e significato sociale/giuridico attribuito allo stesso diventa labile.
Nei casi di violenza attuata da minori, gli adulti e la scuola incontrano molteplici difficoltà. Essi infatti, pur riconoscendo le variazioni radicali nella condotta, trovano difficoltà ad individuare i piccoli cambiamenti incrementali. L’intervento precoce, d’altra parte, è complicato dal fatto che l’adulto possiede piccole parti d’informazione circa la vita dei ragazzi. Molte condotte devianti costituiscono il culmine di una serie di eventi deterioranti sperimentati dal minore.
Attraverso l’analisi di casi, nella prima parte della giornata verranno affrontate le strategie per fronteggiare il rischio di violenza nei minori attraverso la descrizione delle dinamiche devianti e la valutazione dei tratti di personalità e dell’ansia sociale attraverso FB e i social media.
La seconda parte, sarà dedicata alle forme di violenza che si manifestano nella coppia ed alle relative dinamiche. Verranno descritte le diverse patologie relazionali che conducono alle condotte violente in entrambi i generi. Si parlerà infatti della violenza maschile, con particolare riferimento all’intervento sull’aggressore, ma verrà trattata anche la violenza domestica verso l’uomo; un fenomeno, certamente meno dirompente se paragonato alla cieca furia maschile, ma altrettanto dannoso in quanto volto a distruggere non solo il coniuge, ma il suo ruolo genitoriale, la sua posizione sociale, il suo equilibrio psicologico, con conseguenze gravi sui figli e con possibili rischi di violenza auto ed eterodiretta. Ne sono dimostrazione i dati della federazione nazionale Bigenitorialità che negli ultimi anni rileva un aumento di suicidi commessi da padri separati.
I professionisti coinvolti in ambito giudiziario e clinico non sempre sono in grado di offrire ascolto e sostegno alla parte maschile della coppia. Solo di recente gli operatori del settore iniziano a far riferimento a configurazioni di condotte quali la “sindrome della madre malevola” o la “sindrome di alienazione genitoriale”. Ed è quasi con imbarazzo che segnalano l’aumento di false denunce di incesto o di stalking nell’ambito di separazioni conflittuali.
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