Etica e Psicologia

Autore: Centro Studi Psiche Arte e Società (a cura di)

Editoriale di Amedeo Caruso e Simonetta Putti
 
Non stiamo vivendo stagioni allegre. Anzi, Benasayag dice che il nostro è il tempo delle passioni tristi, in cui il corrotto impunito è il nuovo eroe.. Spinoza, dal quale Benasayag prende spunto, già da gran tempo ci aveva avvertito che non era più l’epoca degli entusiasmanti segni prognostici per l’avvenire, ma piuttosto quella della implosione delle aspettative e del ripiegamento su se stessi. Avevamo pensato che sbagliasse, o che non avesse previsto le stagioni dell’entusiasmo rinnovatore, come quelle che segnarono il movimento del 1968.

Ma abbiamo capito, dopo, constatando i fatti e accogliendo la delusione, che forse il grande pensatore non era lontano dal vero: a voler guardare soltanto gli anni che stiamo vivendo - dal passaggio al terzo millennio in poi - non possiamo che constatare una crisi di carattere mondiale.
Intanto, mentre Bauman, lettore attento della società dell’incertezza, avverte che la dissoluzione dell’ordine socio-politico ha accentuato nelle bio-tecno-scienze una tendenza genocida, in grado di cancellare la dimensione del futuro, Sloterdijk ci invita a mutar vita. Byung-Chul Han ci prospetta il rischio di diventare insetti, stolidamente soddisfatti di apparire, ma a rischio di essere travolti dalla shitstorm…
A fronte di queste letture del reale, non possiamo non pensare all’aforisma di Robert Musil sul progresso… ma sappiamo quanto sia difficile fermare la sua avanzata!

Che fare?

Bodei coglie il fenomeno dei tanti confini cancellati o resi incerti, ed auspica il ritrovamento di un limite pur senza indicarcene i parametri, lasciando ad ognuno di noi il compito di un saggio ritrovamento della misura.

Ma se Galimberti afferma che di fronte alla tecnica, l’etica celebra la propria impotenza, noi crediamo – con Jonas – che l’etica possa ancora dirci qualcosa. E’ in questo contesto che abbiamo scelto di dedicare a Psicologia e Etica il quinto numero della rivista.