Configurare ChatGPT e formulare le richieste correttamente

Autore: M. de Marco (Team FP+)

Configurare ChatGPT e formulare le richieste correttamente Credi che usare ChatGPT sia semplice come aprire Word o Excel?
Non esattamente. Scopri perché, senza la giusta configurazione e senza scrivere le giuste richieste, rischi di sprecare tempo prezioso.
 
La AI andrebbe vista come un assistente personale. Anche assumendo il più intelligente, preparato e perspicace, se gli chiedessimo di fare un qualcosa per noi, questo risponderà secondo le proprie conoscenze (se pur vastissime) e attitudini (con il suo stile, le sue interpretazioni, il suo punto di vista, etc.). Sicuramente avremo ottenuto un qualcosa di valido, ma anche di altrettanto utile per noi? Nel caso in cui avessimo chiesto un canovaccio per un articolo, oppure di interpretare dei dati, dovremo sicuramente rimetterci le mani profondamente perché il risultato sarebbe molto distante da ciò che noi avremmo fatto al suo posto. Pertanto saremo costretti a “perdere” del tempo utile correggendo il lavoro.
ChatGPT è esattamente così. Non ci conosce. Non conosce il nostro lavoro, il nostro stile comunicativo, la nostra formazione e/o il nostro indirizzo terapeutico (nel caso di professionisti psy). Immagina di perdere ore a correggere risposte standard o generiche. Un’assistente digitale che non ti conosce è solo uno strumento inefficiente.
Sicuramente, non puoi permetterti di lavorare in questo modo.
 
Ma cosa succederebbe se ci fosse un modo per rendere questo assistente davvero efficace per te?
 
Si deve “istruire” la AI su chi siamo, farci conoscere al meglio. È un passaggio fondamentale che in troppi non sanno di dover compiere.
Solo in questo modo, qualsiasi cosa chiederemo, otterremo delle risposte il più possibili vicine alle nostre esigenze. Come dico sempre: ChatGPT ha una “conoscenza” vastissima, ma non di noi nello specifico…
 
Tutto questo basta per dire di utilizzarlo al suo meglio?
 
No! Anche le richieste o le domande che facciamo a ChatGPT devono essere formulate in modo “tecnico”. Ciò che chiediamo (i prompt, ovvero le istruzioni che dai a ChatGPT) deve essere scritto in modo chiaro e dettagliato. Non basta scrivere un prompt tipo: “scrivimi un canovaccio per un articolo sulla depressione” per ottenere la risposta più adatta al nostro scopo. Così facendo, sbagliando a scrivere una richiesta, come nel caso dell’assistente umano, dovremo perdere molto tempo nel rivedere e correggere la risposta ricevuta, inficiando le ore-lavoro.
Un prompt va sempre scritto seguendo regole specifiche.
 
Come sai, la chiave di una relazione terapeutica efficace è la comprensione profonda. Lo stesso principio vale per ChatGPT: quando ci conosce, diventa un vero alleato.
 
Configurare ChatGPT per renderlo un vero supporto al tuo lavoro richiede tempo e precisione. Ma una volta che ti conoscerà meglio, potrà davvero diventare una risorsa preziosa, aiutandoti a risparmiare tempo e a concentrarti su ciò che conta di più: i tuoi pazienti.
 
Come un buon terapeuta, anche un assistente digitale può diventare un vero alleato nel tuo lavoro, se guidato nel modo giusto. E tutto parte da una conoscenza profonda di chi sei e di cosa fai.



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