Ambiente e Psicologia
Autore: AAVV
Editoriale di Amedeo Caruso e Simonetta PuttiTecnica e natura, necessariamente configurano un’antinomia?
È noto da gran tempo che la crisi ambientale è conseguenza di uno sviluppo squilibrato, perché la Tecnica si è rapidissimamente evoluta a scapito della Natura.
Alcuni pensatori avevano confidato nella sommatoria virtuosa di uomini individuati, in vista di un dialogo interculturale capace di sciogliere o allentare i nodi mondiali delle disuguaglianze e delle guerre, ma a noi sembra che questo antidoto non sia più praticabile in quanto non ne abbiamo più il tempo. Più realisticamente pensiamo all’opportunità/necessità di promuovere una etica condivisa che valorizzi entrambi i termini della suddetta antinomia – Natura e Tecnica – allo scopo di preservare la Vita.
In questa prospettiva, l’etica auspicata deve essere in grado di porre limiti allo sviluppo, così come finora ratificato – invano – da Conferenze mondiali e Summit. Dalle pur lodevoli iniziative, sono scaturiti propositi che sinora non sono stati seguiti dai fatti.
Ancora oggi le parole pronunciate da Mikhail Gorbaciov nel 2002, risultano attuali, perché se continueremo a non farci responsabilmente carico della salute dell’ambiente le generazioni a venire pagheranno per centinaia di anni la nostra insensata violenza sulla natura. La vita stessa sul pianeta Terra potrebbe alla lunga rivelarsi soltanto un episodio effimero. Ancora oggi, grandemente attuale appare la visione espressa da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ del 2015, sulla cura della casa comune.
Crediamo che il paradigma dell’antropocentrismo vada - oggi – lasciato alle spalle. Se prima era il bene dell’uomo a dover essere privilegiato e promosso, ora è l’intera biosfera che reclama attenzione a tutto ciò che è vivente.
L’argomento del numero di aprile di Psiche Arte e Società coincide, come di consueto, con il nostro convegno annuale, dedicato appunto ad Ambiente e Psicologia.