L'oscurità del dolore
28/04/2017 dalle 13:00 al 29/04/2017 alle 13:00 31/03/2017L'Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Psi) In ricordo dei 100 anni dalla pubblicazione (1917/2017) di “Lutto e Melanconia” di Sigmund Freud promuove il Seminario Clinico-Teorico sul tema: "L’oscurità del dolore: Il paziente difficile: relazione terapeutica, transfert/controtransfert"
I pazienti che chiedono aiuto psicoterapeutico o psicoanalitico, spesso presentano patologie miste come se alcune categorie psicopatologiche si fossero agglutinate più che cambiate. Le riflessioni di Eugenio Gaddini nel suo lavoro dell’ ‘84 “Se e come sono cambiati i nostri pazienti fino ai nostri giorni” sembrano essersi realizzate più di come egli stesso aveva previsto. Il crollo dei contenitori familiari o ideologici ha causato un profondo disagio. L’approdo a un’assoluta autoreferenzialità fa sì che, non solo la mutualità, ma l’idea stessa della relazione con l’altro sia in grave crisi e che produca profonde angosce mascherate da disinteresse e disinvestimento. La necessità di affrontare i conflitti per sperimentare e crescere è avvertita come un inutile dispendio di energia e prevale un’onnipotenza narcisistica e l’affermazione del desiderio personale come diritto e unico scopo della propria esistenza. Questo processo in cui scompaiano confini e regole, in cui spesso persino il corpo diventa un accessorio e non una matrice dell’identità e unicità, porta alla rinuncia di un uso creativo della propria esistenza e privilegia la consumazione dell’istante. È il trionfo dell’angoscia di morte, denegata attraverso le difese maniacali e il continuo ricorso ad agiti/non pensati.
L’aumento delle nevrosi narcisistiche, dei disturbi alimentari, dell’attacco mutilante al proprio corpo, la confusione dell’identità di genere, le nuove forme di depressione, lo sviluppo di un’area maniacale stabilizzata spinge gli psicoanalisti a riflettere sulla contemporaneità e sui disagi che l’in-civiltà ha causato, ma nello stesso impone loro un confronto aperto con altri campi del sapere con l’idea di un reciproco arricchimento nel rispetto delle differenze alla ricerca della similarità, abbandonando ogni illusione onnicomprensiva e interpretativa.
Nel trattamento dei pazienti difficili, accanto alla naturale attenzione al classico lavoro interpretativo diviene fondamentale occuparsi – con una rigorosa attenzione all’area del transfert/controtransfert - alle manifestazioni del preverbale e dell’extraverbale. I pazienti, quelli che non sono preda dell’elisir di Dulcamara, dispensato dalla miriade di terapeuti seduttivi o a la page, quando arrivano nei nostri studi sono spaventati dalla stessa idea di prendersi cura di se, del loro stesso bisogno, e soprattutto che qualcuno si possa prendere cura di loro in uno spazio chiaro e definito senza seduzioni o elementi confusivi, con confini e regole precise. La sensazione che spesso proviamo in molti casi durante il lavoro analitico è che i pazienti per la prima volta divengano consapevoli dei propri movimenti interni, dei mattoni della propria esistenza, come fossero stati analfabeti rispetto alla presenza di una loro interiorità, degli affetti profondi che vi si agitano, dei loro desideri.
Fin dai tempi di Freud i pazienti difficili hanno sfidato la nostra comprensione, sono stati fonte di fallimenti e delusioni e nello stesso tempo hanno permesso una maggiore conoscenza degli stati primitivi del funzionamento mentale. A cominciare dagli anni 50’, la maggiore dimestichezza con pazienti con gravi disturbi dell’Io (narcisisti, borderline o con aspetti psicotici) ha alimentato un grande dibattito e anche diversità di opinioni. Nella situazione attuale, i modelli teorici più interessanti, accanto all’interpretazione di transfert, che mantiene un ruolo fondamentale, pongono una maggiore alla relazione transfert/controtransfert (Racker, Heimann), alle potenzialità terapeutiche della situazione analitica (il luogo dove avviene l’insieme degli scambi fra paziente e analista in funzione della cura), e alla funzione analitica da intendersi come sinonimo del lavorio psicofisico dell’analista (da considerare un elemento dinamico del setting).
(Ignazio Cannas/Matto De Simone curatori del seminario)
PROGRAMMA
venerdi 28 aprile 2017
h. 15.00: Ignazio Cannas, psicoanalista didatta AIPsi: “La funzione dell'analista nel trattamento dei pazienti difficili”
h. 15.50: Luigi Maccioni:, psicoanalista ordinario AIPsi “ Lutto e melanconia a 100 anni dalla sua pubblicazione, alcune note”
h. 16.30 pausa
h. 17.00: seminario di supervisione clinico condotto da Annalisa Ferretti, psicoanalista didatta AIPsi
h.19.30/20.30 cena
21.00: scriptorium “ il dolore di Giobbe” conversazione tra Gianni Giacomelli monaco, priore di Fonte Avellana/Matteo De Simone psicoanalista ordinario AIPsi. Proiezione di alcuni frame del documentario “ Giobbe” di Andreas Giannakoulas
sabato 29 aprile 2017
h.09.00 Fabio Fiorelli, psicoanalista ordinario SPI/Antonella Gentile, psicoanalista associato AIPsi “La psicosi: il posto dell’oggetto, il posto del soggetto
h.10.15 pausa
h.10.30 Cristina Ricciardi, psicoanalista I.P.A. , docente Arpad :“ L’adolescente: un paziente difficile: Principi teorici e discussione di materiale clinico.
h.12.00 conclusioni.
h.12.30 pranzo
Modalità di iscrizione:
- partecipazione al seminario: 60 euro
- partecipazione al seminario più partecipazione al convegno “Viaggio al termine della notte: oscurità, penombra, splendore”: 100 euro.
Il versamento va fatto a Matteo De Simone - IBAN IT36L03268223000CA012451275 specificando nella causale:nome, cognome, indirizzo, e la dicitura contributo volontario per Seminario di Fonte Avellana 2017 (altre diciture od omissioni causeranno il rifiuto dell’accredito) entro il 18 marzo 2017.
In caso di partecipazione al convegno la dicitura contributo volontario per Seminario più convegno di Fonte Avellana 2017 (altre diciture od omissioni causeranno il rifiuto dell’accredito) entro il 18 marzo 2017
La comunicazione del versamento della quota iscrizione va comunicata via mail a culturaipsi@gmail.com con nome, cognome, indirizzo, telefono e mail di contatto , copia ricevuta versamento IBAN.
SOGGIORNO
Quota da versare all’arrivo al Seminario
Per il soggiorno, nei giorni del seminario, al Monastero di Fonte Avellana- Pensione completa 65 euro al giorno (comprende cena 28 aprile/pranzo 29 aprile) (in caso di condivisione stessa camera con collega/colleghi 50 euro a persona (comprende cena c.s.)
In caso di partecipazione anche al convegno “Viaggio al termine della notte: oscurità, penombra, splendore”: Pensione completa 65 euro al giorno (comprende cena 29, pranzo e cena 30, pranzo 1 maggio) In caso di condivisione stessa camera con collega/colleghi 50 euro a persona (comprende cena 29, pranzo e cena 30, pranzo 1 maggio)
INFO: culturaipsi@gmail.com - Cell di contatto : 333.91.435.28
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COME RAGGIUNGERE IL MONASTERO
Il Monastero di Fonte Avellana è situato alle pendici boscose del monte Catria (1701 m.) a 700 metri sul livello del mare.
Le sue origini si collocano alla fine del X secolo, intorno al 980, quando alcuni eremiti scelsero di costruire le prime celle di un eremo che nel corso dei secoli diventerà l'attuale monastero. La spiritualità di questi eremiti fu influenzata da San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Egli visse e operò fra il X e l'XI secolo in zone vicinissime a Fonte Avellana, quali Sitria, il monte Petrano, e San Vincenzo al Furlo.
IN AUTO
DA BOLOGNA: A14 direzione Ancona, uscita Fano, percorrere la superstrada seguendo sempre le indicazioni per Roma fino a Cagli (uscita Cagli est), proseguire per Frontone, per Serra Sant'Abbondio e quindi per il Monastero di Fonte Avellana.
DA PESCARA: A14 direzione Bologna, uscita Ancona Nord, percorrere la S.S. 76 in direzione Roma fino a Genga (uscita Genga – Sassoferrato), proseguire per Sassoferrato; da qui seguire le indicazioni per Pergola fino a Monterosso proseguendo poi per Serra Sant’Abbondio e quindi per il Monastero.
DA ROMA: A1 direzione Firenze, uscita Orte. Da Orte prendere la E45 fino a Foligno poi la nuova Flaminia fino a Gualdo Tadino. Proseguire sulla vecchia Flaminia fino a Scheggia e da qui seguire le indicazioni per il Monastero di Fonte Avellana.
DA FIRENZE: A1 direzione Roma, uscita Arezzo, per San Sepolcro poi immettersi sulla E45 direzione Roma, uscire ad Umbertide-Gubbio proseguire per Scheggia e da qui seguire le indicazioni per il Monastero di Fonte Avellana.
IN TRENO
Non esiste un collegamento ferroviario diretto che raggiunga il Monastero.
Scendendo alla stazione di Pesaro o di Fano si prosegue per Pergola o Serra Sant’Abbondio in autobus; poi in taxi fino al Monastero.
Scendendo alla stazione di Fabriano si prosegue per Serra Sant’Abbondio in autobus; poi in taxi fino al Monastero.
IN AEREO
Dall’Air-terminal dell’aeroporto "Raffaelo Sanzio" di Ancona, si prende l’autobus per la stazione ferroviaria di Ancona. In treno si può raggiungere la stazione di Fabriano e raggiungere il Monastero seguendo le indicazioni precedenti.
Sede di svolgimento
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Monastero di Fonte Avellana - Serra Sant'Abbondio, 1 - Pesaro e Urbino - 61400 Cagli
www.fonteavellana.it 333.91.435.28